domenica 7 settembre 2014

#SummerInYoga 2014



E' tanto tempo che desidero scrivere. Scrivere delle emozioni e delle esperienze delle ultime settimane, dei tanti insegnamenti giunti a me nei modi più inattesi, del flusso della vita che mi sorprende ogni giorno con la sua sapienza e con la sua determinazione. Ma il momento non arrivava mai, e le sensazioni volatili così come i vissuti più profondi si sono susseguiti come gocce di rugiada che imperlano le foglie al sorgere del sole, scintillanti, gioiose, uniche.
Ci sono state pratiche intense, con le parole di Sri Pattabhi Jois, il padre dell'Ashtanga Yoga, che hanno accompagnato quelle ore di lavoro su me stessa. "Practice and all is coming". E ci sono stati i risultati, se così possiamo chiamarli, di quell'impegno e la dimostrazione di quelle parole, tangibile e concreta. Un salto quantico ulteriore in una pratica yoga che coltivo da così tanti anni, e che ogni giorno svela le sue infinite possibilità, le direzioni innumerevoli in cui la dedizione può dispiegarsi.
Ci sono state le letture, scelte con cura a spaziare in campi nuovi, perché è bene nutrirsi di ciò che non conosciamo e che ci attrae, o che si presenta a noi con tale forza e magnetismo che non possiamo esimerci dall'indagare. Letture che hanno svelato nuovi scenari, e anche loro, nuove infinite possibilità di declinare la pratica, di indirizzare lo sguardo, di respirare la vita. 
Ci sono state riscoperte di antichi modi di accostarsi allo yoga, un ritorno alle mie origini, e le pratiche nel totale silenzio dei monti, con solo il respiro del vento tra i meleti e la voce lontana del fiume.
Ci sono state ore di meditazione, momenti che si sono insinuati nelle sequenze più fisiche, portando all'immobilità, una richiesta di mente e corpo all'unisono. E così l'ascolto più profondo, going deep into the heart, going deep into the soul.


Ci sono state le ore del tramonto sugli scogli, surya namaskara a susseguirsi, con le ruvide rocce sotto le mani e i piedi, gli allineamenti in adho mukha svanasana ad adattarsi all'irregolarità della base, il fragore delle onde a dissolvere i pensieri, il vento a danzare con me tra un asana e l'altra. Con la Yoga che diventa free-style e il corpo che si muove dal centro, da dentro, sospinto dalla sua stessa intelligenza, dalla sua stessa forza che si esprime.
C'è stato il respiro, e il battito del cuore. Quel battito da ascoltare, quel battito che ci parla di noi più di ogni altra cosa, quel battito da rispettare e onorare. 
Ci sono state candele accese, e luce nel buio. La luce della luna, quella Super Moon che ci ha accompagnato nelle sere d'estate ricordandoci la magnificenza del cielo e dell'Universo.
Ci sono stati i miei mala, pietre dure scelte con cura, annodate tra loro con attenzione, creazioni del cuore e dell'anima.
Ci sono stati i pensieri sospesi, le preoccupazioni accantonate, il "qui e ora" prorompente a prendersi la scena, e a lasciare nell'ombra tutto il resto.
Ci sono stati la vita, e gli incontri, e le risate, e le chiacchierate spensierate. 
C'è stato l'incontro con chi ha fatto di un lavoro arte, arte del profondo, arte del riequilibro dell'energia col tocco delle mani e con la presenza in ogni gesto.
C'è stata la profonda riconoscenza per ogni attimo vissuto, ogni soffio di vento assaporato, ogni anima incontrata, ogni pratica esperita, ogni respiro, ogni battito del cuore.
C'è stato il desiderio di raccontare ogni istante e sfumatura, e l'impossibilità di farlo nel dettaglio, al momento, come avrei voluto.
Ma forse è stato meglio così. Che le sensazioni più delicate, le emozioni più vivide, i vissuti più intensi restino inespressi a parole, e solo l'atmosfera possa essere verbalizzata, richiamata col linguaggio, che mai mi avrebbe consentito di riprodurre e di comunicare la stessa intensità da me esperita in ogni istante sospeso nel tempo infinito.
Tra le righe l'atmosfera e il ricordo, la chiave di accesso a un mondo che palpita dentro di me, immagini e istanti indelebili di un'estate vera. My #SummerInYoga 2014.