domenica 15 novembre 2015

Nuove melodie

Resettare e risettare le priorità.

Dare uno sguardo attento alla vita che si sta conducendo, agli spazi che si sono costruiti, al tempo che viene dedicato, per invitare un nuovo modo di stare al mondo.

Un ripensamento che matura nell'istante in cui persone, nelle quali fino a poco tempo fa credevo, hanno svelato cosa avessero in serbo per me. Una sorpresa amara, al momento, che ha messo finalmente in moto quel processo, che lievitava nel profondo da lungo tempo, verso una nuova consapevolezza e un rinnovato desiderio di approfondire e di onorare un cammino autentico.

Un ripensamento che non cestina il passato, e nemmeno lo svilisce, ma che ne conserva quel tanto che ancora esprime valore, e lascia andare tutto quanto a guardar bene non ha mai realmente brillato di luce propria. Veli e ombre che si sono dissolti, pesi che sono stati abbandonati, lacci e legami che si sono sciolti.

Un foglio bianco su cui scrivere nuove melodie, una nuova pagina di diario ad accogliere ritmi nuovi, pensieri nuovi.

Cambiamenti tangibili, già nei primi attimi, cambiamenti di cuore e di spirito, sguardi diversi su ciò che mi circonda. Una nuova cura, una nuova attenzione, un diverso ascoltare e soppesare, che nell'ultimo mese si sono svelati, come liberandosi da una coltre di fuliggine e di torpore innaturale, facendosi delicatamente strada nella consapevolezza, invitati da segnali e indizi che richiamavano la mia attenzione. Lasciarsi guidare, per scoprire nuove risonanze, suoni più delicati, spazi più ampi in cui sostare. E respirare.

Momenti, questi, dedicati a riscrivere routine, rallentare ritmi concitati, creare spazio e nuove armonie, dentro e fuori. Ascoltare e ascoltarsi, rispettare e rispettarsi, accogliere.

Momenti per guardarsi dentro e riscrivere il tema su cui ricamare, danzando, la variazione di ogni giorno, di ogni istante.

Una nuova melodia.



Immagine da Pinterest




venerdì 13 novembre 2015

Accade ora.

Quando te lo raccontano spesso non sai bene come in effetti sia. Cerchi di immaginare, di farti un'idea, di carpirne il segreto, ma qualcosa sfugge, come sempre sfuggenti sono tutti i vissuti intensi che trasformano davvero le nostre vite, in un senso o nell'altro.

Ma quando lo vivi, quando ci sei dentro, quando accade a te, non puoi più avere dubbi.

E sono due le parole che si affacciano alla mente:




Shift


Empowerment




Un connubio che si nutre reciprocamente, plasmando nuove realtà.

Lo sguardo ai mesi passati - una manciata a farne almeno un anno, se non quasi due - ti rimanda un'immagine: il motore di una F1 mentre il semaforo diventa rosso... in quei secondi di cui non si conosce la durata... prima che diventi verde.

E quando scatta il verde la differenza la senti: nel rombo, nel passo, nel senso di liberazione.

Un cavallo che si lancia al galoppo. Usain Bolt che scatta dai blocchi di partenza. Il primo quadruplo axel perfetto all'inizio del programma. La potenza che esplode in certi brani di Ezio Bosso. L'applauso che scroscia alla fine di una performance mozzafiato. Il brivido di un bacio dopo mesi di attesa.

E lì tutto cambia.

Tutto.

Il prima resta sfumato, sbiadito. Quasi non comprendi come potesse apparirti completo, più che abbastanza. E strizzi gli occhi un paio di volte. Come può essere?

E l'Adesso diventa luce potente, un fuoco che arde, un'energia incontenibile che ti invade. Uno squarcio nel velo di maya, che ti rivela un mondo nuovo, scintillante di nuove possibilità, una radura incantata in cui esplorare, perderti e ritrovarti nel mezzo del sole più splendente, tra condivisioni genuine e toccanti, tra la quiete di chi non ha più nulla da cercare, ma solo la gioia di esperire.

E non c'è più nulla da combattere, l'ultimo baluardo si è frantumato, sbriciolato in finissima polvere che ogni soffio di vento disperde sempre più lontano, e ti senti come su una spiaggia immensa, le onde dell'oceano che cantano, il vento che ti accarezza, il sole che ti inonda di vita.

Non c'è nulla da combattere, c'è solo da amare. Non esiste un campo di battaglia, esiste una Terra che ci sostiene e ci nutre, un'energia che tutto pervade, una connessione che ci chiede solo una cosa: unirci alla Vita, dismettere le vesti ormai logore del guerriero, indossare quelle della mera presenza, dell'attenzione, dell'umiltà, della meraviglia. Fare tesoro delle passate esperienze, consci dell'impermanenza di ogni cosa, consci del nostro essere un'espressione creativa di un Universo ricco e abbondante, consci delle benedizioni che affollano la propria vita, consci del dovere di onorare con autenticità il nostro cammino.

Un cammino di luce, di cui le ombre sono parte integrante, ma sono ombre: fuggevoli, inconsistenti, mutevoli. Sempre presenti, nell'incessante pulsare della Vita, ma parte di un tutto, HaTha, Sole e Luna, Espiro ed Inspiro.

Il respiro. Lo spazio. Il fuoco. La terra. In un fluire incessante, un sutra di esperienze, di insight, di nuove scoperte, di quiete profonda.

Sostare in questo spazio. Lasciarsi colmare dall'esperienza. Muoversi da qui.







martedì 10 novembre 2015

Chiedimi se sono felice.

"felicità [fe-li-ci-tà] s.f. 1 Condizione e sentimento di gioia, di serenità, di soddisfazione. 2 Abilità, bravura, perizia" (Dizionario italiano di base, Giunti)


***

La felicità, la mia, è nella mia quotidianità, nelle mie azioni di ogni giorno, nelle piccole routine, nei grandi misteri, nel cammino che ho intrapreso.

La felicità, la mia, non si misura in numeri, in cifre, in luci della ribalta, ma in sguardi, in labbra tremanti, in istanti in quel buio della candele in cui anjali mudra non si scioglie più, la fronte inchinata al cuore, la capacità di sostare ancora in quello spazio, il desiderio di stare lì, ognuno con se stesso, ognuno insieme all'altro.

La felicità, la mia, è nel poter apprendere e comprendere sempre più ciò che siamo, ciò che possiamo essere, ciò che ci nutre, ciò che potenzialmente potrebbe avvilirci fino ad annientarci, ciò che può farci rinascere in ogni istante, ciò che il nostro viaggio di esseri umani ha in serbo per noi, e richiede da noi.

La felicità, la mia, è poter condividere l'amore per la pratica, ma prima ancora l'amore per la vita, con i suoi alti e bassi, con i suoi passi falsi, con le sue gioie immense, con le sue sfide, che sono tutte sempre e solo occasioni di crescita, anche quando non sembra. Ed è poter condividere l'importanza dell'autenticità e del rispetto, profondo, di se stessi, e del saperli tradurre in scelte, magari non mainstream, ma vere, profonde. Ed è poter condividere l'importanza di non temere di viversi fino in fondo, perché è il viversi fino in fondo è ciò che di meglio abbiamo da offrire in questo nostro transito.

La felicità, la mia, è camminare mano nella mano con le persone che amo, vicine e lontane, ridere, piangere, scherzare, ascoltare il silenzio e il respiro della vita insieme, ed è non aver bisogno di schermi, di veli, di nascondigli, ma poter essere me stessa in ogni istante, pregi, difetti e stranezze compresi. Ed è potermi fidare e affidare... e anche poter recidere i rami secchi di rapporti ormai esausti e sfibrati quando, purtroppo, non scorre più quella linfa vitale che nutriva entrambi*.

La felicità, la mia, è il mio carrellino dell'IKEA traboccante di Golden Fluids Acrylics, di pennelli e di inchiostri Daler Rowney, ed è poter liberamente esprimere la mia creatività non appena ho tempo, giocare e dipingere e condividere con le mie compagne di questo viaggio, e apprendere dalle mie Maestre, non solo di pittura ma anche di vita. Ed è aprire il Mac, e scrivere un post come e quando mi va, su ciò che mi va, senza dovermi chiedere quanta gente lo leggerà e se sarà o meno un'operazione di marketing ben riuscita.

La felicità, la mia, è anche nella tensione di un progetto da finire, quando il tempo appare tiranno e le altre attività della mia vita mi coinvolgono profondamente, e appaio tesa, appaio stanca, magari mi sparisce la voce, magari ho le occhiaie fino a terra... ma è la strada che ho scelto, è la sfida che ho raccolto, e potermi cimentare anche in questo e poter concretizzare anni di lavoro, anni di attesa prima, anni di travaglio prima ancora... felicità è anche questo, a volte: tenere duro.

La felicità, la mia, è ESSERCI fino all'ultima goccia di me stessa, in ciò che faccio, in ciò che scelgo, in ciò che dico, in ciò che sbaglio, in ciò che urlo, in ciò che taccio. E non sempre mi riesce, e talvolta deraglio, ma è lì che ritorno, sempre, perché la felicità per me è onorare in ogni istante al meglio delle mie possibilità la mia essenza. Ed è anche ESSERCI per chi vuole intraprendere un viaggio insieme a me, per chi vuole comprendere e capire, per chi ha bisogno di quello spazio, di quell'attenzione, di quella possibilità. Perché questa è la strada che ho scelto, questo il mio svadharma, questo il cammino che voglio onorare con tutta me stessa.

Sì, sono felice.


Immagine da Pinterest


* "... finimmo prima che lui ci finisse, perché quel nostro amore non avesse fine..." cantava Claudio Baglioni anni fa, ed è vero: ho sempre pensato che avere il coraggio di sciogliere un legame, di qualunque tipo e natura, prima che si logori irrimediabilmente, non sia orgoglio, cinismo o paura, ma sia l'unico modo per potersi nutrire ancora della gioia e della bellezza di quel rapporto per gli anni a venire...





mercoledì 4 novembre 2015

Pura magia!

Il cambiamento a volte spaventa, è vero. Quante volte ce lo diciamo, quante volte ce lo sentiamo dire.
Ma il cambiamento può anche essere (e, spesso in effetti è) il più grande dono che la vita possa avere in serbo per noi.
E ci sono cambiamenti che bussano alla tua porta da mesi, da anni, e tu, per una ragione o per l'altra hai sempre fatto orecchio da mercante, ignorato le avvisaglie, fatto finta di non sentire. Ma lui non si scoraggia, il cambiamento, lui che è l'emissario dell'Universo e che con le buone o con le cattive ha un solo compito: aiutarti a camminare sulla tua strada.
E quando finalmente spalanchi quella porta - magari con titubanza perché, anche se da anni sentivi che era la cosa veramente giusta da fare, il momento in cui posi la mano sulla maniglia per aprire la porta è sempre accompagnato dal brivido dell'ignoto lungo la schiena - beh, dicevamo, quando spalanchi quella porta... WOW... è solo senso di gioia, di liberazione, di magia, di nuovo inizio, di un universo di splendide possibilità che ti accolgono come un giardino in fiore in cui perderti tra mille e una meraviglia.
Quella sensazione di rinascita, di essersi scrollati di dosso un peso, un vecchio abito polveroso e ormai stretto e liso, per volteggiare nella luce e nei colori di un mondo nuovo, luminoso, tuo.
E quando senti quel senso di libertà e di gioia esploderti nel cuore, quel desiderio di cantare e di ballare e di perderti in ore di meraviglia e stupore, di lasciarti volteggiare e saltare e abbandonarti a guardare il sole solcare il cielo e inebriarti di vita, beh... non c'è veramente altro da dire:

la vita è pura magia.


(Immagine da Pinterest)



martedì 3 novembre 2015

Grateful...

... per ogni istante di queste giornate che sigillano un ritorno. 
Per ali che si dispiegano, che assaggiano l'aria, che sentono quel vento arrivare, da lontano, monti innevati a inebriare l'aria frizzante di magia, nuvole che scivolano via, ombre che si ritirano e distese interminabili di luce e di prati e di fiumi inesplorati che ci attendono.
È ora di spiccare quel volo, le ali forti, lo sguardo ad abbracciare quell'orizzonte nella foschia che si fa tersa... il senso di ciò che si è e di ciò che si fa come bussola infallibile di una rotta che non è una linea retta e scontata, ma è un librarsi tra i flutti delle correnti, una danza tra nuvole e rami, tra raggi di sole e foglie che si abbandonando, una danza che sa di vita, un ritmo che incalza per poi lasciarci sospesi, a planare nella quiete, a veleggiare lontano senza sforzo...

Namasté.