domenica 28 dicembre 2014

#CountYourBlessings... 'cause life flies high

Quel sole nel cielo. Così grande, accecante nel suo splendore che si riverbera sulla neve immacolata.


Quella neve che sospinta dal vento si posa lieve, come uno spruzzo d'acqua giocoso quando solchi il mare in barca.


Quel vento che ulula tra le fronde dopo il tramonto, quando il buio avvolge i boschi e la valle e il silenzio diviene denso, palpabile.


Quel tramonto che incanta, rosso e oro, trionfante, una fiamma che incendia il cielo ancora carico di nubi promettenti.


Quella fiamma che danza nel camino, rischiarando il cuore, proiettando ombre giocose nella stanza.


Quel cuore che batte al ritmo della natura che pulsa, intensa, immensa, viva.




sabato 27 dicembre 2014

#CountYourBlessings: My Winter Wonderland

La neve, tanta, soffice, leggera. Camminare senza scopo, senza meta, con il solo gusto di respirare, sentire i propri passi sprofondare, il giaccone e il cappuccio ricoperti di fiocchi meravigliosi.
Il telefono che per tanta umidità si arrende.
Il buio che ci avvolge, l'abbraccio della sera, l'aria silenziosa e rarefatta.
Un camino scoppiettante, luce, calore, profumo di legna.
Luci soffuse, la tisana fumante, il panettone profumato.
La cena sul fuoco, Michael Bublé dallo stereo. 
La pace nell'aria, le luci lontane tra le fronde innevate degli abeti, la serenità nel cuore.

Michael Bublé - Winter Wonderland





mercoledì 24 dicembre 2014

Guardo bene, guardo a fondo, e lì scorgo la tua anima.

È Natale. È arrivato.
Le ultime commissioni, gli ultimi pacchetti, qualche telefonata, i primi messaggi di auguri a chi ci è vicino, perché paradossalmente sono loro gli ultimi a cui si fanno gli auguri, il più a ridosso possibile del giorno di Natale.
È un Natale speciale per LiV Yoga, un Natale che ha portato doni grandi, parole importanti, calore nell'anima e una nuova serenità.
È un Natale nuovo, per un nuovo sentire che si fa sempre più evidente nel cuore, sempre più profondo nell'anima.
È un Natale di ascolto, un Natale non come culmine ma come inizio di un nuovo ciclo, di una nuova onda.

Ed è il Natale in cui comprendere e finalmente lasciare andare.

Ho pensato tanto a loro, coloro i quali, in un passato recente o remoto, in un modo o nell'altro mi hanno spezzato il cuore, deluso profondamente, abbandonato nel momento del bisogno, accoltellato alle spalle. Molti di loro sono ormai lontani, in cammino su altre strade, altri invece incrociano ancora il mio percorso, e i nostri sguardi, volenti o nolenti, talvolta devono incontrarsi. Alcuni ancora provano ripetutamente a mettermi i bastoni fra le ruote e a seminare perfidia, a porre ostacoli e a incrinare rapporti

Ma dopo tanto soffrire, tanto tentare di allontanare da me il pensiero e il ricordo, tanto cercare di rappezzare i danni e di prevenirne di ulteriori, finalmente ho saputo mettermi in ascolto davvero di ciò che la mia "guru" ripete sempre, di quella parola dal potere grande: compassione. Com-passione. E così iniziare a guardare un poco oltre, non solo con la mente, ma col cuore. E iniziare a guardare dietro, o dentro, a quell'involucro che tutti noi siamo, a quel corpo e quella personalità e quelle vicende che ci hanno resi così, e che ci fanno muovere, agire, pensare, sentire così.
E cominciare a sentire - e non a giustificare solo razionalmente - la ragazzina che ha cercato nell'anoressia quel grido disperato di amore, l'uomo che ha visto tutto sfuggirgli dalle mani mentre tutto sembrava essere ormai suo, la donna abbandonata da mariti e figli, l'uomo cresciuto in mezzo alla malattia e alle separazioni e in fuga sempre e comunque. E sentire quella paura di amare e di essere amato, la necessità di ammaliare chiunque a ogni costo, il rifugiarsi in un tempo passato di immobilità, la suscettibilità alle facili lusinghe e il terrore di perdere un ruolo. E così tante altre vicende ancora, tutte diverse, tutte colme di significati che non conosciamo, che sono nascosti nelle pieghe delle storie di ciascuno, sofferenze subite e gioie conquistate, timori e rivalse, delusioni e sogni da perseguire. 
Sentire, e non solo afferrare con la mente. E improvvisamente vederla, guardando bene, guardando a fondo, e lì scorgere l'Anima. L'anima gioiosa di ognuno di noi, libera, lucente, leggera, colma di amore, priva di paura, autentica, generosa. Scorgerla e sorriderle.
E provare quella com-passione per ognuno di noi, per i nostri sforzi, le nostre battaglie, i nostri sogni realizzati o annientati, per le paure, per le necessità, per le vicende a volte terribili a volte "solo" faticose, per le solitudini, per le ombre. Com-passione, perché ognuno di noi naviga questo mare a volte calmo e trasparente, altre volte cupo e in tempesta, altre volte ancora silenzioso e imperscrutabile.

Quanto sarà difficile perdonare definitivamente, non lo so ancora. Quanto sarà difficile provare questa com-passione quando ancora arriveranno stilettate e schiaffi, non lo so ancora. Quanto sarà difficile restare in questo spazio e in questa consapevolezza, anche questo è ancora un mistero.

Ma ho iniziato a lasciare andare davvero, e questo è uno dei doni grandi di questo Natale, un dono di cui sono grata e a cui mi inchino: aver potuto scorgere quel luogo e quello spazio, aver potuto sentire nel cuore quella morbidezza, avere percepito con forza il potere di lasciare andare, e in alcuni casi di amare senza confini, di sentire le nostre anime ancora dialogare tra loro, al di là delle distanze terrene.

Che sia per tutti un Natale di speranza, di amore, di luce.

Namasté.








domenica 21 dicembre 2014

Blessed days of completion.

Il respiro della Terra.
Il suo scivolare su un'orbita nello spazio.
Il suo danzare intorno al sole, in compagnia di una luna fedele, mentre altre luci lontane decorano il profondo insondabile.
La leggerezza del suo roteare in un'immensità di cui non riusciamo a immaginare i contorni.
Una danza ipnotica, un moto perenne, un ritmo vorticoso, nella quiete infinita.

Silenzio.

Quello dell'inverno. Del seme che nel buio si accomoda, che nel buio attende e si nutre.

Silenzio.

Tra i suoni resi rarefatti dalla nebbia, quella pausa in cui tutto rallenta e respira, si espande.

Silenzio.

Nell'attesa della rinascita, di un rintocco di campana, di un fiammifero che accende l'aria.       E luce fu.


Riti e rituali, celebrazioni e ritrovi. L'albero illuminato, un presepe adornato, un cuscino da meditazione, un tappetino su cui snocciolare un mala di saluti al sole, un inchino profondo, uno sguardo al cielo, o uno sguardo laggiù, laddentro, verso il cuore.

Danzare nella danza cosmica. Ascoltare quei ritmi più grandi di noi, osservare quei moti che ci muovono, accordarci con la sinfonia che si dispiega negli spazi infiniti e infinitesimali.

Essere moto nell'immoto, luce nel buio, ascolto nel suono, voce nello spazio, rifugio nel cuore.



Blessings to you all.





Un giorno da ricordare.

Per la morbidezza degli abbracci. Per la luce lieve del sole. Per un mala di Surya Namaskara a celebrare il solstizio d'inverno. Per gli attimi sospesi nel tempo. Per la semplicità. Per i sorrisi e le risate fragorose. Per l'incontro con la sorella dell'amico di sempre (quello che pur surfando onde di mari diversi, incontri ancora ed ancora, nei momenti che contano, e in fondo è come se si camminasse accanto ogni giorno, da sempre): lei, che come la moglie del tenente Colombo, da oltre vent'anni non ha mai avuto un volto. E ora ce l'ha. E una voce. E un sorriso. E anche lei a bere con noi un caffè fumante. Per un cane che è amore e gioia e calore e aggregazione intorno a un tavolo. Per le mail di un Amico che ogni volta ti incantano, anime in un dialogo puro e vero. Per gli amici che ci hanno accolto come ogni anno nel loro locale, e come ogni anno ci hanno coccolato, noi, tanti, rumorosi, chiassosi, felici. Per chi vedo troppo poco e quando lo abbraccio è casa, casa vera. Per chi c'è sempre, e condivide passo a passo il cammino e ci manda doni geniali, ed è generosità a cuore fatti persona. Per chi adesso è stanca, e vorresti accogliere in un nido di calore e relax, ma lei non ha tempo di fermarsi. Per chi con un solo sguardo comunica affetto. Per chi porta luce e allegria, per chi condivide pensieri e preoccupazioni, per chi è in cammino lungo un'impervia salita, per chi ha ottenuto grandi risultati, per chi è ancora in attesa. Per noi tutti, per il nostro incontrarci sempre in questa occasione, per essere Amici, e dircelo con forza. Per chi fa i salti mortali per esserci. Per chi quest'anno non ha potuto. Per chi ha il suo cuore intrecciato al mio. Per il bene che vi voglio.
Grazie per aver reso questo un giorno da ricordare.


venerdì 19 dicembre 2014

Social-media-web decluttering

Un social-media-web detox. Iniziato quasi per caso, nel bel mezzo delle pratiche che mi stanno accompagnando verso il solstizio d'inverno, immersa nella bellezza delle letture delle Upanishad, del silenzio ovattato, del buio precoce, della fiamma danzante di una candela. Un social-media-web detox per recuperare ritmi antichi, quando i social non esistevano, quando le ricerche erano lunghe e laboriose, quando si parlava al telefono, magari per ore, ma solo dopo cena, al posto di vedere il film.
Un social-media-web detox interrotto solo per controllare lo stato dell'arte dei lavori del nuovo sito, per verificare le prenotazioni alle pratiche di questo week-end, per leggere il blog della mia blogger del cuore, e per scrivere questo post. Per il resto, niente sbirciate ai post degli amici, degli "amici" e delle pagine che seguo. Per scoprire così che qualcosa mi manca - alcune informazioni preziose per la mia attività che ora lì vengono pubblicate, i pensieri belli degli amici, le condivisioni e gli insegnamenti di quelle che mi piace chiamare le mie "guru" - e qualcos'altro decisamente no (i selfie e le innumerevoli stucchevoli foto per apparire - ovunque, comunque e con chiunque - inondate dai "bellaaaa/eeeee/oooo/iiii" e "miss u", ormai divenuti commenti d'ordinanza). Per comprendere che è il momento di tagliare qualche pesante ramo secco, per chiedersi anche perché ce lo siam tenuti lì a notificare (o a non notificare, se non per malcelata 'ipocrisia', così a lungo) e per confermare il proprio credo che se anche "business is business", "life is life". E la vita è troppo preziosa per lasciarla inquinare da ciò che non risuona con noi. Della serie: il mondo è già strapieno di faccende che volenti o nolenti ci influenzano, almeno nelle scelte diamoci questa grande libertà: di scegliere davvero. Col cuore. Perché ci va, perché ci interessa, perché aggiunge qualcosa alla qualità della nostra vita. Liberandoci dalle zavorre di cui magari ci siamo caricati per "buona educazione", per "gentilezza" o anche per quella che credevamo "convenienza", ammettiamolo pure, e ripulire così il nostro spazio - mentale, emotivo e web - da roba che non ci interessa. Via.
Proprio sui social gira da mesi questa citazione attribuita a Meryl Streep:

"Non ho pazienza per alcune cose, non perché sia diventata arrogante, semplicemente perché sono arrivata a un punto della mia vita, in cui non mi piace più perdere tempo con ciò che mi dispiace o ferisce. Non ho pazienza per il cinismo, critiche eccessive e richieste di qualsiasi natura. Ho perso la voglia di compiacere chi non mi aggrada, di amare chi non mi ama e di sorridere a chi non mi sorride. Non dedico più un minuto a chi mente o vuole manipolare. Ho deciso di non convivere più con la presunzione, l'ipocrisia, la disonestà e le lodi a buon mercato. Non tollero l'erudizione selettiva e l'arroganza accademica. Non mi adeguo più al provincialismo e ai pettegolezzi. Non sopporto conflitti e confronti. Credo in un mondo di opposti, per questo evito le persone rigide e inflessibili. Nell'amicizia non mi piace la mancanza di lealtà e il tradimento. Non mi accompagno con chi non sappia elogiare o incoraggiare. I sensazionalismi mi annoiano e ho difficoltà ad accettare coloro a cui non piacciono gli animali. Soprattutto, non ho nessuna pazienza per chi non merita la mia pazienza."


Al di là dell'affermazione riguardo al "mondo di opposti" che richiederebbe un approfondimento filosofico di un certo spessore e questa non è la sede, condivido molto di questo messaggio, soprattutto l'assunzione di responsabilità di scegliere per noi stessi, nel limite del possibile, ciò che è meglio per noi. E, per quanto in nostro potere, di smettere di farci condizionare da ciò che è convenzione sociale, abitudine, usanza.
Lasciamoci alle spalle pesi e zavorre, ripuliamo l'aria intorno a noi, valorizziamo il bello e prezioso che c'è intorno a noi, smaltiamo il superfluo. Un decluttering in piena regola. E come cassetti e armadi, anche i nostri profili web torneranno a respirare, a profumare di fresco, di lavanda e di cedro, di nuovo, di vero, di utile.

E ora, serafica e felice, torno al mio social-media-web detox. Alla cena con gli amici. A un week-end al profumo di panettone e candele. Ai sorrisi di chi amo. Alla beneficenza che in più occasioni sarà tema di questi giorni. Ai libri colmi di saggezza antica. Alle pratiche meditative. Al respiro di giorni speciali.

Namasté.





venerdì 12 dicembre 2014

Glow in the dark.

Un ciclo si chiude, oggi. E contestualmente il nuovo riemerge, nella danza incessante dell'eterno divenire. C'è quell'attimo di sospensione ora, che nutre la mente di vuoto, che dissolve la visione su di un domani di cui non si sa ancora (e in fondo mai si può sapere), quel terreno in cui le aspettative non possono crescere, quella parentesi nello spazio tempo in cui tutto è ora, e tutto è niente.
Un momento di riflessione, anzi tante occasioni per guardarsi dentro, ascoltarsi, incontrarsi, crescere.
Scambi fatti di verità che si incontrano, di persone che decidono di confrontarsi con la propria vita, il proprio passato, i propri demoni, le proprie infinite possibilità di divenire.
Questioni da affrontare e da risolvere, pesanti sul cuore, perché la scelta di tempi e di parole fa la differenza: la differenza tra scrollarsi di dosso con liberatoria violenza la rabbia e il malessere di mesi, o, invece, appellarsi al meglio di sé e fare quel passo oltre che parla di equanimità, di visione più ampia, di equilibrio. In un modo o nell'altro la responsabilità è nostra, è nostra la scelta, è nostro il sentire con cui dovremo poi confrontarci.
E il mood, lo sento anche io, di questo post è adombrato, parecchio. Così come il buio si fa strada sempre prima nelle nostre giornate, in questi giorni che corrono verso il solstizio di inverno, così questo è il momento di chiudere il sipario su questioni che non hanno più motivo di essere con noi, è il momento di portare a compimento azioni, scelte e progetti, è il momento di tirare le somme e prepararsi al nuovo che verrà.
Ho incontrato molte persone ultimamente che portano carichi pesanti, altre che si destreggiano in spazi sempre minori di azione, altre ancora che pur essendo in grado in potenza, in realtà non ce la fanno... situazioni umane, così diffuse e così personali, uniche. 
C'è un detto che esorta a essere gentili col prossimo, perché ciascuno di noi sta combattendo la propria personale battaglia di cui nulla possiamo realmente sapere. Di una vita, o di un momento, non ha rilevanza: sempre battaglia è.
Quanto è vero. E quanto è importante che chi di noi se la sente, cerchi di essere quella luce nel buio, che regala un sorriso, uno sfogo, una speranza. E la fiducia. Nonostante le proprie ombre, i propri sipari da chiudere e cassetti da riordinare, sappiamo che possiamo essere quella luce. Perché ci siamo passati, perché ci siamo abituati, perché ci siamo impegnati a comprendere, perché dedichiamo la nostra vita a questo. Che non è ignorare le ombre che anche noi ci portiamo appresso (e questo post ne è volutamente intriso), bensì cogliere insieme la luce che in realtà vibra in tutti noi. Perché quella luce c'è e risplende, nel nostro cuore, nel profondo. Sta a noi sintonizzarci con essa, consentirci di incontrarla, respirarla. E sta a noi offrirci, farci veicolo dove quella luce fatica ad arrivare allo scoperto, appellarci al nostro cuore perché nello spazzare via le nostre di ombre, si espanda quel poco più in là, dove uno sguardo, una mano, una voce ci richiamano.
La parentesi nello spazio-tempo lentamente si dissolve. A momenti saprò qualcosa in più. Prospettive e aspettative si abbozzeranno. Un nuovo ciclo sta iniziando in questi istanti.
Comunque sia, qualunque cosa sia... glow in the dark.

Glow in the dark...



mercoledì 3 dicembre 2014

Good vibes. Cosa vogliamo dal Natale.

Stamattina arrivo alla cassa del reparto "casa e addobbi natalizi" di un noto e tradizionale grande magazzino della mia città. Ci sono poche persone in coda - una coda che da quel momento in poi si allungherà di molto, nell'attesa che una signora indisponente q.b. conduca a termine la sua battaglia per un disguido riguardo a un buono sconto di 10€. Un battaglia di frasi taglienti e atteggiamenti acidi, con la richiesta di vedere il direttore, con la richiesta di vedersi impacchettare e infiocchettare il tutto con metri di carta velina (valore acquisto totale 29€) mentre la coda si allunga, con l'atteggiamento di voler instaurare una guerra, anche e soprattutto dopo che la cassiera (che mai ha perso il sorriso e la sua professionalità durante i 40 minuti che sono rimata in attesa e, presumo, neppure dopo), aveva risolto il problema del buono sconto (problema buono sconto risolto in 5 minuti... permanenza, dopo la suddetta soluzione, della signora indisponente alla cassa prima dell'estrazione della carta di credito dal portafogli: 25 minuti).
Una di quelle situazioni in cui normalmente (e, se vogliamo, anche comprensibilmente stante il potere del contagio emotivo) gli animi di tutti - cassiera, persone in coda, eventuali astanti - si scaldano e si agitano, in cui la gente lascia i prodotti dove può e se ne va, in cui scattano insulti e critiche incrociate, in cui alla fine sono imbufaliti tutti. 
Noi no. E' successo che in quella coda a un certo punto eravamo in sette, otto persone che pazientemente hanno atteso il loro turno, scambiandosi occhiate complici, sorrisi e qualche battuta, ironica - lo ammetto - sulla signora-buono-sconto, e di ammirazione e solidarietà per la commessa, una specie di angelo della calma in mezzo alla tormenta, che però a un certo punto aveva l'aria di essere un poco in affanno, tra gli insulti della "sciura" e la coda che si allungava e il collega di reparto che non trovava un albero di Natale e le telefonate per fare arrivare il direttore. E noi lì. Col sorriso, calmi. Good vibes che si propagano, assorbendo e annullando la tensione. Con una delle mie compagne di coda poi mi sono pure incontrata poco dopo in un altro negozio: un sorriso complice, un "buongiorno" e una risata prima di proseguire ognuna per la sua strada. Good vibes che si diffondono, che ci accompagnano nella giornata.

E' Natale, quasi. E c'è quel fermento nell'aria, che sa di buono, di luci a illuminare i balconi e le vie della città, di doni da cercare, di commissioni da fare, di panettoni da prenotare. E' Natale e ormai, giusto o sbagliato che sia, per molti di noi questo fermento nell'aria, le vetrine luccicanti, il profumo dei dolci, i pranzi e le cene da organizzare... tutto ciò ormai per molti di noi è tradizione, quella quantomeno con cui siamo cresciuti, quella che accende i ricordi dell'infanzia, quando tutto intorno era meraviglia e incanto di luci, di palline rosse e oro, di attesa dei doni e della neve.

E' Natale, e in molti, per fortuna, stanno cercando di richiamare la nostra attenzione sullo sbandamento consumistico-egoistico-vanesio che sta sempre più sviando dal suo significato primario questa festa della rinascita, della luce, dell'amore, della speranza.

E' Natale, e il movimento di sensibilizzazione a un'alimentazione più rispettosa del pianeta e degli animali si fa sentire, come in occasione del Thanksgiving, per smuovere almeno un poco le nostre coscienze, per aprirci un poco di più gli occhi.

E' Natale, ed è tutte queste cose. 

E' la magia, è il dono, è la Luce e le luminarie, è il profumo di zenzero e canditi, è l'addobbo dell'albero, è il ritrovarsi a brindare con gli amici, è l'attesa della neve. Qualcuno si scaglia contro tutto questo, e sui vari social ho letto di chi non festeggia più, non compra regali, non partecipa a pranzi, e ha cancellato - per scelta e non per impossibilità, lo sottolineo - questa festa.

Eppure io credo, invece, che il Natale oggi conservi, o forse addirittura, accresca il suo significato. Perché se in mezzo al reparto addobbi la signora-buono-sconto ha perso le staffe e affilato le armi, nello stesso reparto una decina di persone si sono unite, senza deciderlo scientemente, ma accordandosi come strumenti di un'orchestra, scegliendo col cuore di suonare una sinfonia di pazienza e di attenzione. Perché se la corsa sfrenata al regalo ha raggiunto livelli aberranti, l'arte del donare resta un'espressione di quell'amore che desideriamo tutti alla guida della nostra vita. Perché ritrovarsi con autentico interesse e con sincera gioia con amici e parenti rinsalda i legami e la solidarietà. Perché nel fare la spesa per i nostri pranzi possiamo portare quel poco di consapevolezza in più, e se anche non vogliamo e non riusciamo a fare scelte radicali, possiamo porci qualche domanda, e possiamo trovare qualche risposta nuova, diversa. Perché nella confusione dei negozi, nelle compagnia di qualche parente con cui non risuoniamo, nelle file in panetteria, nel traffico  impazzito possiamo esercitarci alla pazienza, all'ascolto, alla comprensione, all'accettazione. Perché portando attenzione, ascoltando il nostro cuore, e ricercando il vero significato di Babbo Natale, possiamo ritrovare quei valori che hanno sempre fatto grande questa ricorrenza, possiamo ritrovare la magia che ci incantava da bambini, possiamo ritrovare quella connessione profonda tra noi e gli altri, possiamo sentire il nostro cuore battere all'unisono con l'Universo intorno e dentro di noi, possiamo unirci nel vero spirito del Natale. L'amore.


P.s.: L'anno scorso mi è arrivata questa foto, non ricordo come e da chi. La lettera di due genitori che spiegano al figlio chi è Babbo Natale, Santa Claus. "...Babbo Natale è amore e magia e speranza e felicità. Noi siamo nella sua squadra, e ora lo sei anche tu..."

Immagine dal Web