mercoledì 30 gennaio 2013

The Physics of Quest

"In the end, I've come to believe in something I call "The Physics of the Quest." A force in nature governed by laws as real as the laws of gravity. The rule of Quest Physics goes something like this: If you're brave enough to leave behind everything familiar and comforting, which can be anything from your house to bitter, old resentments, and set out on a truth-seeking journey, either externally or internally, and if you are truly willing to regard everything that happens to you on that journey as a clue and if you accept everyone you meet along the way as a teacher and if you are prepared, most of all, to face and forgive some very difficult realities about yourself, then the truth will not be withheld from you." (from "Eat Pray Love" (the movie) - Julia Roberts/Liz Gilbert)

venerdì 25 gennaio 2013

Grazie vita!

Grazie a questa vita per essere così meravigliosa, così colma di occasioni per stare bene e fare del bene, così ricca di incontri, di persone, di sguardi, di "attimi senza tempo" vissuti assieme, di gioia immensa, di risate, di sorrisi complici, di possibilità di scambiarsi amore e rispetto. 
Grazie a questa vita per offirci occasioni di metterci alla prova, per consentirci di esplorare il buio e la luce, per permetterci di scegliere come rispondere alle situazioni, e anche di scegliere chi vogliamo essere e come vogliamo accogliere gli altri.
Grazie a questa vita per averci insegnato la capacità di perdonare e di saper dare una quarta o quinta possibilità, per averci donato il coraggio e la possibilità di cambiare idea, di non aver paura di essere se stessi, anzi di poter essere pienamente presenti nel proprio divenire.
Grazie a questa vita per i maestri, per in compagni di viaggio, per la felicità che si respira quando si è trovato con chi condividere il percorso più bello che ci sia.
Grazie.

mercoledì 23 gennaio 2013

Sogni, anche...

Così accade che praticando e lavorando profondamente, intensamente, sulle articolazioni delle anche si smuovano emozioni e blocchi antichi e radicati, perché stai agendo in quella zona del corpo che è legata alle paure più profonde, connesse alla sopravvivenza stessa. E se accade che a questo si accompagna un lavoro altrettanto intenso sulle torsioni, che strizzano i nostri organi interni e ci consentono di cambiare visuale rivolgendo lo sguardo dove di solito non si posa, gli effetti della pratica si amplificano, diventano più pervasivi. E così ti trovi poi a vivere una savasana che ti porta in profondità raramente esplorate, in cui entri in una dimensione quasi onirica, come un avventurarsi nei fondali profondi dell'oceano. E se poi accade che poche ore dopo ripeti la medesima pratica, ti ritrovi in asana più profonde, più avvitate, più forti... E l'azione si accresce ulteriormente, la vibrazione aumenta, la savasana che segue non è più un'immota profondità oceanica, ma un vibrante stato di presenza.
Così può anche accadere che la sera stessa tu cada in un sonno immediato, profondo, e poi, dall'oscurità l'emergere di un sogno, lungo, dettagliato, realistico, spaventoso al limite dell'incubo, ma non tale. Un sogno in cui le emozioni, la paura soprattutto, sono tangibili, in cui ti rendi conto che stai fronteggiando qualcosa di grande, di tuo, di risolutivo, forse. Il sogno che ha dato parole, immagini e sensazioni fisiche inequivocabili a quelle emozioni cristallizzate nelle tue anche. Un sogno da cui ti sei svegliato, perché l'epilogo inevitabile sarebbe stata esperienza forse troppo forte da vivere, anche se in sogno. Rimani scosso, turbato, toccato da quanto vissuto nelle dimensioni profonde della tua mente. Prendi consapevolezza. Tieni lì quelle immagini, quei frammenti che pian piano col passare delle ore sbiadiscono nei dettagli, ma il cui impatto emotivo resta immutato. Ci sei, ora, presente, consapevole che la pratica ha consentito al tuo corpo di comunicare con te e di rilasciare tensioni e blocchi ancestrali. E da qui ti muovi, di nuovo, con fiducia e con accresciuta consapevolezza, affidandoti alla saggezza della pratica e del corpo.

sabato 19 gennaio 2013

"Ora"

Letto l'articolo e, soprattutto, visto il video. Queste sono le cose belle da vedere, da ascoltare, da condividere, da diffondere.

e ora a scuola con Jovanotti


venerdì 18 gennaio 2013

The power of giving

Dare quando chi riceve aveva quasi perso la speranza. Dare a chi si era affidato completamente a Dio, al destino, all'Universo, comunque lo si chiami, a quel "Qualcosa di superiore" che solo poteva trovare la soluzione, perché non si intravedevano altre possibilità se non affidarsi col cuore e credere. Trovarsi a essere il tramite con cui l'Universo si è espresso, sapendo bene che non la propria volontà e la propria azione hanno risolto, ma che ci si è messi a disposizione di quella possbilità, di quel convergere di energia, di intenzione e di fiducia che hanno portato alla soluzione. 
Dare, e nell'atto di dare sentirsi felici e sollevati per chi riceve. Dare e serbare nel cuore l'immagine di quegli occhi lucidi e scintillanti, la voce spezzata, il sorriso liberatorio di chi finalmente si è tolto un peso e sa così di aver ben riposto la sua fiducia nell'Universo, rinnovando così la sua fede nelle possibilità e nella generosità di questo mondo.  
Essere a propria volta grati di essere stati il tramite di questo incontro tra desiderio e realizzazione, con umiltà, meraviglia e gioia sincera. Sentirsi a propria volta leggeri, felici, in pace. 

mercoledì 16 gennaio 2013

La trasformazione

... e poi, torni a fluire. E ti sei trasformato, vivi una nuova qualità, una nuova dimensione di te stesso e delle cose. Solo adesso comprendi, in piena e totale serenità, cosa è accaduto, come sia stato possibile che l'ostacolo, l'impasse, l'imprevisto siano diventati quell'opportunità che altri avevano ventilato o di cui avevi tanto letto e, forse, un poco dubitato, o che già conoscevi nelle sue potenzialità, ma che nel momento più avverso avevi dimenticato. Un'opportunità di crescita, di conoscenza, di consapevolezza. Un'opportunità per andare ancora un pochino oltre, avventurarti nell'ignoto dove risiedono le grandi potenzialità. Cogli anche l'occasione per inchinarti a chi nel percorso ti ha supportato, ma anche all'ostacolo in sé, sia esso persona o accadimento. Riconosci nell'avversario l'amico, e senti come la qualità del tuo relazionarti si sia anch'essa trasformata, evoluta. Riconosci, forse, anche l'errore in cui sei incorso, il giudizio affrettato, il pregiudizio o la paura, quella paura che ci induce a chiuderci e, talvolta, a fraintendere. 
E' bello guardarsi indietro, ora. Non fa più paura, e nemmeno fa male. Perché guardando indietro ora scorgi il tuo coraggio, il tuo esserti messo in gioco e in discussione e ti ritrovi a sorridere, quasi a ridere di cuore. A volerti bene. Bene per ciò che sei e per come estrinsechi la tua natura. Sorridi delle tue rimuginazioni, delle parole dette a sproposito, di quelle fraintese, dei comportamenti impacciati, di tutto quanto in passato ti avrebbe messo a disagio o in imbarazzo. Ora sorridi, provi dolcezza e amore per quelle parti di te, così tue, così intime e fragili, e così forti ora che hai imparato ad amarle, ad accettarle, a non temere di mostrarle. Non sei più prigioniero degli schemi mentali, del condizionamento e della chimica del tuo corpo: ne dipendi ancora, ancora ti indurranno in errore e ti fronteggeranno con improvvisi contraccolpi, ma ora sai che puoi non subire la loro influenza e puoi andare oltre, scegliere con consapevolezza e con totale presenza come e cosa fare, dire e, soprattutto, pensare.
E' un percorso affascinante quello che hai intrapreso, che ti spalanca porte su vedute inattese e ti consente di esperire leggerezza e libertà. La vita ci conduce, l'Universo ci parla e noi, muovendoci in questo flusso incessante, possiamo pienamente essere.
Namasté.

martedì 15 gennaio 2013

L'ostacolo

E poi fermarsi a pensare e scontrarsi con la realtà. La mente si è fermata, la realtà è divenuta solida, rigida, e l'impatto è avvenuto. Hai perso fluidità, non hai lasciato andare, hai, forse, avuto paura. 
Succede. Non è grave. E soprattutto non fartene una colpa. Puoi soffrirne, è vero, puoi chiederti e ripeterti "se solo avessi, se solo fosse, se solo...", puoi sentirti avvilito, afflitto, arrabbiato. Lo scontro con la realtà di per sè non è piacevole, di scontro appunto si tratta. È tuttavia umano, normale, fisiologico quasi. Ed è una grande opportunità, per lo yogi, per ogni uomo e ogni donna. È anche insito nelle dinamiche profonde della vita, negli incontri e nelle esperienze, e forse lo è ancor più dove si ha avuto il coraggio di osare, di avventurarsi, di abbandonare strade già battute. Hai scelto, ti sei lasciato andare, fluidamente e con presenza, ma poi, a un certo punto l'ostacolo, l'impatto. Cosa lo abbia provocato, chissà: tante le variabili, troppe le sovrapposizioni e le interazioni. Ora però sei tu, lì di fronte all'ostacolo. Tu che non vorresti averlo incontrato, tu che recrimini, rimpiangi, rimugini. Tu che vorresti liberartene al più presto, perchè fino a un attimo prima tutto era bello, scorrevole, sereno. 
Ecco, proprio ora è bene e utile che Tu ti sposti, ti fai da parte. Tu con il tuo bagaglio di esperienze, aspettative, "modelli operativi interni", le tue reti neurali cresciute assieme a te, le tue abitudini, la tua chimica del corpo. La realtà si è solidificata, da lì non si passa se anche tu resti solido, denso, rigido. Apriti, apriti a ciò che ora, adesso, c'è lì, di fronte, accanto, intorno a te. E dentro di te. Resta ricettivo, resta aperto, resta in attesa. Attenzione libera e fluttuante, direbbe Freud, mindfulness per Jon Kabat-Zinn, pienezza della consapevolezza mentale. Semplicemente stare. Stai con tutto, col tuo malessere, con la tua avversione o delusione o rabbia o ciò che senti, e, anzi, se riesci, non etichettarla. Semplicemente stai. Non ti accadrà nulla di male. Le sensazioni, seppur spiacevoli, saranno tollerabili. E pian piano la realtà, da rigida e compatta che era divenuta, inizierà a sfaccettarsi, a perdere quei contorni nitidi, a vibrare a una frequenza superiore, a letteralmente sciogliersi davanti a te. Tu, aperto e ricettivo, la realtà di nuovo come campo quantico delle infinite possiblità.  Il tempo si sospende nuovamente, non c'è fretta, non è ancora tempo di prendere azione, solo consapevolezza. L'azione poi verrà da sè. Quando sarà il suo momento, semplicemente accadrà, senza pianificazione, senza intenzione. Ti troverai a essere e ad agire, di nuovo, in assoluta naturalezza, in armonia con ciò che c'è, in una realtà di nuovo fluida, in un Uno di nuovo integrato.

sabato 12 gennaio 2013

Non fermare la mente in nessun luogo...

Il mondo ci parla. Continuamente. L'universo è in costante, profonda comunicazione con ognuno di noi, ci invia messaggi, più o meno chiari e intelleggibili, ma comunica con noi. E ciò che ha da comunicarci ha sempre un grande valore. E in questo contesto emerge, ancora e di nuovo, l'importanza dell'ascolto, qualità indispensabile, fondamentale nel nostro relazionarci col mondo, e con noi stessi. Ma si palesa anche la rilevanza del coraggio. Perchè a volte ci vuole coraggio nel cogliere il valore pieno di ciò che ci viene comunicato, e ancor più, dopo averlo inteso, nel scegliere come agire, come muoversi, da lì in poi. Scegliere se affidarsi al nuovo o se preferire ignorare la comunicazione. Ascolto, coraggio, presenza. La presenza a se stessi. Esserci, mentre si ascolta, esserci davvero, pienamente centrati, mentre si coglie la profondità del messaggio, esserci completamente con i sensi, le emozioni, la mente. Esserci senza pregiudizi e preconcetti, pronti ad accogliere le nostre risposte, i moti dell'anima e del corpo, l'emergere delle emozioni. Liberi quindi di ascoltare, di ascoltarci e di scegliere. E poi lasciarsi andare, affidarsi all'universo e a sè, concedersi di pienamente entrare nell'esperienza, nell'inconoscibile, se è ciò che abbiamo scelto, fluire. Con presenza. Perchè l'universo non smette di comunicare, e nella fluidità e mutevolezza è importante cogliere le vibrazioni, restare ricettivi, aperti, in costante interscambio e comunicazione con il Tutto. Così, anche compiuta la scelta, ogni cosa nuovamente ha da essere e divenire, e in ogni istante essere pronti al mutamento, pronti all'ascolto, alla scelta, a lasciare andare. Senza fermare la mente in nessun luogo. Senza aspettative, attese, proiezioni. Vivendo, assaporando, stando nell'esperienza, così com'è. E nello "stare" cogliere il mutamento incessante, fluire con esso, insieme a esso mutare, con mente libera, cuore aperto, presenza constante.