lunedì 18 marzo 2013

Back to the base

Back to the base.
E dalla base crescere.
La tecnica, la pratica, le asana, il pranayama, il flow.
Back to the base. 
Attingere dalla base. Lì ritrovare, o incontrare per la prima volta, quei movimenti primari, spontanei, puri. Quei movimenti che il vivere, con i suoi ritmi, le sue emozioni, le sue tensioni, le sue abitudini, ha un po' appesantito di orpelli, modificato, annullato.
Ritrovarsi nella meraviglia di un corpo che respira semplicemente, libero di lasciarsi respirare, di accogliere nella sua ritrovata morbidezza il respiro, il soffio vitale.
Muoversi in asana primarie, semplici, approcciandole con curiosità, abbandonando lo stile e le tecniche apprese, allneandosi, certo, e muovendosi con attenzione, con rispetto per il corpo, ma muovendosi guidati dall'intelligenza del corpo. Esplorare il potenziale nella semplicità.
Allineare le ossa. La base, la struttura profonda. E avvertire la leggerezza di un corpo che ritrova la sua naturale posizione nello spazio. 
Lasciare che scheletro, muscoli, respiro interagiscano, ognuno a svolgere il suo ruolo in quell'equilibrio affascinante e misterioso che è il nostro corpo.
Nella basi ritrovare la poesia insita in ogni movimento, ascoltare quella sinfonia di movimenti che comprende l'impercettibile vibrazione della più piccola particella così come il movimento ben visibile del nostro corpo che muta posa. 
Riscoprire la meraviglia della sempicità, che poi spontaneamente ci conduce con sicurezza e incredibile facilità nella complessità di pose più avanzate, di tecniche di pranayama più articolate, di flow che ci conducono con naturalezza in un flusso di pose armoniche.
Dalla base crescere, di nuovo, alimentati da una consapevolezze rinnovata, salda, profonda. 
La pratica si affina, la coscienza si espande, il corpo si muove dal profondo all'infinito. Semplicemente.

domenica 17 marzo 2013

Scintille

Il cielo di Roma in cui si riverbera il mare. La vicinanza tangibile degli amici. Chi sogna insieme a me. Chi crede insieme a me. Non voler scendere a compromessi, ma vivere ciò che si ama come merita di essere vissuto. Scegliere un'altra onda, e per ora restare in rada a guardare il mare agitato all'orizzonte. Sapersi protetta, stretta in un saldo abbraccio. Ridere, tanto, fino alle lacrime. Ascoltare canzoni che emozionano. Sentire l'energia di ciò che c'è, di ciò che si è creato, del frutto delle proprie azioni. Amare ogni istante. Ogni singolo, meraviglioso, irripetibile istante.

martedì 5 marzo 2013

Un angelo sulla mia strada

La pratica è tanto. La pratica ci può dare tutto. Nella pratica possiamo trovare tutte le risposte alle nostre domande. Anche a questa: che in certi momenti con la sola pratica, no, non ce la possiamo fare. E non perché la pratica di per sé non sia sufficiente, ma perché siamo umani. Siamo persone nate e calate in un contesto relazionale, che sin dalla nascita è un imprescindibile veicolo di protezione e di crescita.
Siamo esseri relazionali e difficilmente possiamo vivere completamente avulsi dalla relazione con altre persone. Ci relazioniamo ogni giorno con gli altri, ridiamo, discutiamo, pranziamo insieme, pratichiamo insieme.
Così, sì, può succedere che in momenti di particolare difficoltà la pratica non possa fornire le risposte e colmare il vuoto che proviamo.
Così, sì, è importante riuscire a rivolgersi a un altro, a una persona che possa tenerci per mano, ascoltarci, aiutarci. Non sempre e non per tutti è facile trovare l'altro "giusto" per questo. Può accadere che familiari, compagni, amici, con tutto l'amore non riescano a dire o a fare quel qualcosa che fa scattare in noi la risposta, la soluzione.
Ma può accadere di incontrare un angelo sulla propria strada. Qualcuno che si fa carico di tutto, e ti aiuta, ti ascolta, ti sprona, ti accoglie e ti trova soluzioni. E in quel momento sai che tutto l'affetto e l'attenzione che ti ha dato non può che essere ricambiato con l'usufruire di quelle soluzioni, il seguire i suoi consigli, l'affidarsi alla sua opinione. E nella pratica ritrovata, ti senti colmo di riconoscenza, perché di fronte a tanto affetto disinteressato e spontaneo non si può che inchinarsi riconoscenti.
Perché potersi affidare, abbandonare a occhi chiusi, totalmente, sapendo che si sarà accolti, aiutati e protetti è un dono inestimabile. 
Io oggi, qui, voglio dire grazie al mio meraviglioso angelo: Grazie.