martedì 6 maggio 2014

...un titolo non c'è...

Allo sportello. L'impiegato scorge il mio testo di psicologia. E mi dice: "Lei ha davanti a sé un caso grave, ma per davvero."
Segue un racconto di una caduta in un baratro che non pare avere fondo, di un corpo che perde peso e massa, di un'ansia che attanaglia fino a soffocare, fino a non consentire a un uomo di bere un sorso d'acqua. L'angoscia, la morte lì a un passo. E poi... uno psichiatra, di quelli bravi davvero, col suo team di psicologi, di quelli preparati e dediti davvero, un ricovero - esperienza dura - per sottrarre un uomo a una famiglia che lo sta soffocando e tenerlo lì, in un luogo dove somministrargli le cure. E quattro mesi per un recupero, tosto e impegnativo, segnato da attimi di terrore vero... Ma lui è qui. Al lavoro. Mi racconta tutto questo col volto segnato, due occhi chiari intensi e sinceri, il sorriso di chi ha visto il peggio, ha toccato il fondo, e ora guarda alla vita con sguardo nuovo, e, come spesso si dice e lui stesso mi ha confermato, con un nuovo senso dell'importanza delle cose. Mentre parla e intanto ultima la mia pratica, sento addosso a noi gli sguardi infuocati e spazientiti delle (poche, per la verità) persone in coda, ma non mi importa, tantomeno a lui.
Poi mi guarda, di nuovo, attentamente, e mi dice: "Lei si sta preparando per un lavoro importante, molto. Difficile, molto. Lo faccia con coscienza, serietà e il massimo impegno possibile". 
Credo sarà una conversazione che non dimenticherò mai. 
Lo sguardo, l'intensità, la dolcezza con cui mi raccontava di come rinunciasse al suo diritto di scendere a prendere un caffè per non urtare la sensibilità dei suoi compagni di reparto che invece non potevano, del breve racconto dei suoi rapporti coi compagni di stanza, della disperazione, del buio, della rinascita... mi resteranno impressi per sempre. 
"Potrei non raccontare tutto ciò in giro, lo so, ma invece lo faccio. Perché è importante. Importante sapere che può succedere, ma che se ne può anche uscire. Non è facile, ma a me è successo. Sono qui. E sono rinato."