lunedì 28 ottobre 2013

Quando tutto ebbe inizio

La nostra vita è un continuum. Non sempre è possibile individuare l'esatto momento in cui qualcosa ha avuto inizio. E' semplice, certo, ricordare date importanti (come nascita, matrimonio, laurea, primo giorno di lavoro presso un'azienda) ma per quanto concerne i nostri desideri e i nostri sogni, o ancor più l'insieme della via che proprio ora stiamo percorrendo e le svolte che l'hanno impreziosita, non sempre c'è un istante esatto che si staglia sullo sfondo, perché la vita si snoda in un susseguirsi, concatenarsi e intrecciarsi di circostanze e di eventi, come un magma spesso indecifrabile.
Così, io non ricordo il primo giorno in cui ho praticato yoga. Ricordo la mia prima insegnante, perché la conoscevo da tempo e si era avvicinata a questa disciplina quando già i nostri rapporti erano saldi, e quello che praticavamo non era proprio yoga, ma una disciplina ibrida, più uno stretching attento che vero proprio yoga, ma non saprei dire né il mese né l'anno in cui partecipai alla sua prima lezione.
Non ricordo il nome del mio secondo insegnante, sempre conosciuto nell'ambito del centro fitness che frequentavo allora, e nemmeno saprei dire per quanto tempo ho praticato con lui. E anche le esperienze formative successive, quelle con la mia prima vera e propria Maestra e tutte le seguenti, pur essendo impresse nella mia memoria in molti modi - parole, gesti, pratiche, conversazioni, attimi, istanti, emozioni, rivelazioni che non dimenticherò mai e che spesso si presentano alla mia consapevolezza nei momenti più disparati - non riescono a essere ricondotte dalla mia mente a una data precisa (forse scartabellando un qualche vecchia agenda ritroverei le date dei WS o delle lezioni di prova prenotate in qualche centro, e allora per un po' di tempo quelle date mi sarebbero familiari, poi forse svanirebbero di nuovo).
E poi ci sono quei momenti. Quelli che si stagliano sullo sfondo. Quelli che sai che sono stati reali punti di svolta, quelli di cui sai che hanno fatto la differenza.

Giugno 1992. Sui monti in Piemonte, in alto, molto in alto, il posto credo si chiamasse Rifugio della Vecchia (o qualcosa di simile). Cinque ore di cammino in salita, per raggiungere un luogo pazzesco. Un rifugio, appunto, un lago, le cascate, i monti, il cielo e le nuvole. E noi. Un gruppetto di studenti con il loro professore di filosofia, che da un paio di anni ci aveva iniziati al training autogeno e alla meditazione. Tre giorni insieme, una notte con un temporale di potenza biblica, un giorno trascorso nel silenzio assoluto. Un'esperienza memorabile. Non ricordo il primo giorno del nostro corso di meditazione a scuola, quello che anticipò questo breve ritiro, ma le emozioni provate allora, in quelle giornate e serate trascorse in quel luogo fuori dal tempo, sono tatuate nella mia anima, e dentro di me la consapevolezza: in quei tre giorni si è deciso il percorso di una vita, in quei tre giorni è iniziato davvero il viaggio incantato che mi ha portata fin qui, oggi.

11 Aprile 2010.
Un altro momento indelebile. Profondo. Dopo anni di pratica, entrare in una sala bellissima, sedersi sola in mezzo a tanti sconosciuti. Scorgere là davanti il Maestro, di cui avevo letto solo un'intervista qualche mese prima. Attendere che la sala si riempia, che tutti siedano in silenzio. E poi… poi la pratica che inizia… e da allora nulla è stato più come prima. Mi trovo a vivere Lo Yoga, quello in cui sento me stessa totalmente, in cui riesco a esprimermi al meglio, quello in cui provo veramente quell'unione tra corpo, mente e anima, quello che davvero riesce mirabilmente a farmi vedere nel profondo e oltre, quello che da quel giorno sarebbe stato il mio Yoga, quello che pur avendo continuato io per qualche anno a praticare altri stili, non mi ha più lasciato, quello che è divenuto la mia pratica quotidiana, quello che ora insegno, quello a cui ritorno, ogni volta che frequento WS di altri stili, quello che desidero ulteriormente approfondire, quello che, come me, è in eterno divenire e che da quel giorno si è ulteriormente trasformato divenendo ancora più profondo, intenso ed efficace, quello di cui sono grata di poter essere un veicolo, onorata di poter contribuire a diffondere. Quella data resterà sempre impressa in me, così come come queste immagini e la musica che le accompagna, il ricordo visivo e uditivo di un giorno indimenticabile, fondamentale, un momento di svolta, un attimo senza tempo.

Namasté.