mercoledì 2 ottobre 2013

Scrivere, oggi...

... di quando ti accorgi che sognare non ha più senso. Di quando il mondo ti cade in frantumi davanti ai piedi e non ti resta nulla. Di quando le speranze, l'impegno, i desideri, le ore trascorse a immaginare e a progettare vengono vanificate in un soffio, in un doloroso soffio di vento. Di quando ti guardi intorno in cerca di un appiglio, di qualcosa che ti dia una scusa per non guardare la realtà, e non lo trovi. Perché non c'è, e la realtà quella è. Di quando ti troverai a piangere per ore, solo sul divano... chiedendoti perché... e trovando le risposte, che anche quelle fanno male. Di quando ti renderai conto che tutti gli anni dedicati a un sogno, a una vision, sono solo tempo perso, e perso male. Così, quel giorno sei lì, pietrificato, e guardi i cocci, guardi la devastazione là dove pochi attimi prima c'era una costruzione fatta di amore e di ideali. 
Dov'è il tuo ego ora? E' tutto lì, condensato nella sofferenza, nelle lacrime, nella disperazione e nel senso di impotenza davanti all'inevitabile. Il tuo Ego che no, questa cosa non la vuole proprio accettare. Eppure. Eppure l'unico modo è accettarla. E interrogarsi. Perché un senso ci deve essere, ancor più se è il karma che si ripete, ma comunque un senso c'è. Non era la tua strada? O lo era e dovevi passare attraverso a tutto questo per risorgere alla tua vera essenza? O è solo un prova sul tuo percorso? Ma non è questo il tranello dell'eterno ottimista, ciò che gli impedisce davvero di comprendere che non è da lì che passa la sua via, e che gli fa commettere, ostinatamente, sempre gli stessi errori?
Quel giorno, tutto ciò che hai imparato ed esperito e che ti hanno insegnato, sul restare nel "qui e ora", sull'accettazione, sull'abbandono dell'Ego e sull'affidarsi alle energie dell'Universo, quel giorno tutto appare vuoto, privo di significato. O magari ti ci rintani, ma come? Comprendendone il senso o fuggendo da una realtà che non vuoi?
Quel giorno è un po' l'anno zero, una sorta di resa dei conti, e tu sei lì, rabbia e rassegnazione che si avvicendano nel cuore, la mente offuscata, una gran voglia di fuggire via. 
Quel giorno solo la musica saprà abbracciarti, donarti quello sguardo che sa vedere oltre, e allora a essa ti affiderai, intimorito e speranzoso. Solo.

Dedicato a tutti coloro che soffrono per un sogno infranto. Che possano tornare a sognare e a credere ancora.