mercoledì 6 febbraio 2013

Aprirsi alla libertà

Libertà. Una parola così potente, evocativa, assoluta. Uno dei più grandi aneliti dell'uomo, da sempre, quello per la libertà. Un valore da perseguire, tutelare, conquistare, riaffermare, estendere, garantire. Un concetto che spesso pare relegato nell'astrazione, quasi impossibile da far precipitare in una dimensione concreta, reale e alla portata di tutti, anche per chi, come noi, ha la fortuna e la benedizione di vivere in paesi considerati, appunto, "liberi".
Eppure. 
Eppure, io quella dimensione ieri l'ho sperimentata. Vissuta, respirata e soprattutto percepita con tutta me stessa. Merito di una pratica straordinaria, che nel suo fluire mi ha consentito di accedere al campo infinito delle possibilità, lì dove tutto pare possibile. Perché lo è, possibile. Lì dove ti liberi dalle costrizioni dello spazio-tempo, perché accedi all'infinito. Lì dove esci dal meccanismo stimolo-reazione, ed entri nella dinamica evento-azione. Lì dove non reagisci in base a schemi precostituiti e alla tua chimica del corpo consolidata, ma rispondi in modo nuovo, aperto, libero.
In tutte queste possibilità risiede la libertà. La libertà di essere, di percepire, di agire. Lì dove la tua scelta è in assoluta armonia col tutto, tanto che quella scelta non si può dire totalmente tua, ma è la naturale, spontanea forma che la tua azione assume nel relazionarsi con ogni cosa in te e intorno a te. Scegli senza scegliere. Agisci senza agire. Fluisci, Uno con il Tutto. E sei libero. Respiri e vivi quella libertà, che non hai ricercato in contrapposizione alla costrizione, ma che hai trovato aprendoti, affidandoti, consentendoti quell'arrendevolezza che ti libera dall'ego e ti apre all'infinito.