mercoledì 20 aprile 2016

Step into your power

Riemergo oggi da tre settimane di detox.
Inizialmente avevo pianificato (e condiviso anche qui) un programma di una decina di giorni, ma sin dai primi momenti mi è stato chiaro che si poteva fare di più, andare più a fondo.
L'inverno che si è appena concluso è stato per me molto denso, colmo di avvenimenti piacevoli e di meno piacevoli prese di consapevolezza e di distanza, culminato con un risultato accademico importante a sua volta esito di ore di intenso lavoro. E nel turbinio di tanti accadimenti e di un così serrato impegno, le routine quotidiane, le abitudini basilari che ruotano intorno ai cicli di riposo e di attività e al nutrimento, fisico e spirituale, sono state strattonate se non, talvolta, stravolte.
La necessità di premere il pulsante "Reset" e di tornare al mio centro naturale era forte.
Immergersi in un detox più pervasivo e strutturato è stato spontaneo, naturale.
Non sono mai stata a favore delle rinunce, ma sono per la ricerca.
La ricerca su se stessi, per comprendere e affinare il nostro essere più autentico.
Nell'eliminare cibi di cui ho teso ad abusare, nel mettere a riposo per tre settimane la macchina del caffè, nel rivolgermi esclusivamente a cibi privi di quelle sostanze che so essere non particolarmente benefiche per il mio corpo, nel pianificare e riscrivere le mie abitudini quotidiane riguardo agli orari dei pasti, ai momenti di riposo, al navigare social network e web, al check delle e-mail, nell'infine pormi in ascolto dei messaggi che corpo e mente mi hanno comunicato costantemente in queste tre settimane, ho ritrovato quel campo base, quell'area neutra da cui riemergere.
E riemergo oggi, con il primo caffè e con tante nuove consapevolezze.
Ho affinato me stessa in questo processo, ho potuto ascoltare il perché di certe abitudini, ciò di cui sentivo la mancanza, ciò che mi è indifferente. Ho potuto dare al mio corpo una tregua sana da stimoli frequenti e talvolta eccessivi - alimentari e non solo - e ho guardato alle mie routine quotidiane, alla ripartizione del mio tempo per ascoltarne l'efficacia e la compatibilità con il mio benessere e con i miei scopi.
In queste tre settimane, fedele al mio motto "in medio stat virtus" e alla mia avversione per tutto ciò che irrigidisce corpo e mente, ho avuto cura di quei momenti relazionali - tre - in cui allargare le maglie a qualche eccezione restando nella mia scelta di andare a fondo di questo processo.
Oggi riemergo. Con un'energia più vibrante, con maggiore chiarezza mentale (e queste erano le motivazioni principali che mi hanno condotta e sostenuta in queste tre settimane), con un corpo sensibilmente più sano e attivo, e soprattutto con nuove abitudini.
Con il rinnovato potere delle mie scelte.
Il potere delle nostre scelte è fondamentale. Sapere cosa vogliamo, perché facciamo qualcosa - dalle cose più semplici come consumare un pasto a quelle più complesse come accettare un lavoro o intraprendere una relazione affettiva - ci conferisce quell'empowerment che ci consente di prosperare in una vita che sentiamo essere realmente nostra.
L'esempio del caffè: ho sempre saputo che non mi è mai servito allo scopo di sentirmi energizzata o di restare sveglia (tant'è che non ne ho mai bevuti prima di esami universitari, discussioni di tesi di laurea o impegni di lavoro importanti) ma il berlo era diventata un'abitudine automatica, quotidiana. In tre settimane non ne ho sentito una carenza fisiologica, i miei livelli energetici piuttosto si sono accresciuti, ma ho sentito la mancanza dell'aroma, del calore, del rituale.
Quando ho iniziato da adolescente a bere il caffè per me era questo: un piacere speciale da gustare solo in alcune occasioni. Poi è scaduto nell'abitudine inconsapevole.
Ora, in questi giorni, ho realizzato che per me il caffè americano è divenuto negli anni un rituale che mi connette profondamente con il mio stimolo a studiare, scrivere e approfondire, e che l'espresso dopo pranzo è un accento a metà giornata non indispensabile, ma spesso piacevole, una coccola.
Riscrivere il rapporto con ciò che assumiamo nel nostro corpo (e in fondo lo sappiamo bene: siamo ciò che mangiamo), con ciò che immettiamo nella nostra consapevolezza o che facciamo nella nostra giornata, ri-scoprendo il valore che assume per noi, e scegliere così con maggiore pienezza, conferisce alla nostra quotidianità un sapore tutto nuovo, dona al nostro agire una diversa presenza, porta il nostro Sé più autentico ad affinarsi e a stagliarsi con maggiore nitidezza attraverso la nostra persona. Ci invita a incamminarci vesto il nostro Sé più elevato entrando nel potere della consapevolezza delle nostre scelte. Ci invita a "feel, act, be empowered" in ogni istante. E così a pienamente essere.


(Immagine da Pinterest)