venerdì 18 dicembre 2015

Take a look at your life.

Ieri è stata una giornata tremenda, la peggiore da parecchio tempo a questa parte. Iniziata alle quattro del mattino con un risveglio brusco e pensieri pesanti, continuata attraverso difficoltà più o meno banali, intralciata da una delusione pungente, culminata con una grande tristezza e un profondo dispiacere. Una delusione e un dispiacere che hanno rischiato di intridere tutto il mio essere, facendosi forti della stanchezza e del generale stato di debolezza su cui sono piombati violentemente.
Devo dire grazie alla mia attività, all'insegnamento dello yoga, se sono riuscita a mantenermi a un livello accettabile di consapevolezza, e soprattutto all'ultima lezione di ieri sera, che non è stata seguita da ulteriori colpi di scena indesiderati. E ho così potuto se non proprio riprendermi, almeno ri-posare. 
Posarmi di nuovo e prendere tempo: un sonno decente, qualche impegno mattutino oggi, confusione ancora in testa, ma almeno qualche distrazione da pensieri intrusivi e infidi che hanno cercato di minare il mio stato d'animo da più parti, per riportarmi a ieri, e allo sconforto che a un certo punto si era impadronito di me.
Ora sono di nuovo in uno spazio di relativa quiete, un luogo da cui riprendere le fila di un discorso che ieri mattina si è interrotto bruscamente, e riportarmi su quella via che stavo percorrendo con gioia e serenità. Le parole dolci di una persona preziosa dall'altra parte del mondo mi hanno saputo confortare poco prima di prendere sonno ieri, una mano tesa oltre gli oceani, un ascolto rassicurante. E il pensiero di lei, della sua forza e della sua luce mi hanno riportato alla mia sadhana di questi giorni, che ieri è stata sballottata anch'essa, ai libri che stavo consultando, alle intenzioni che stavo coltivando e nutrendo. Un'altra anima radiosa mi ha sostenuto con la sua sapienza, il dono dell'intuizione, la presenza sottile. Tanti segnali, tanti indizi.
E tutto converge in un solo luogo: nello Spazio, quello spazio della mia vita, che da mesi è in profonda ristrutturazione, che ha visto in questo anno grandi cambiamenti, meravigliose realizzazioni, che si è profondamente rinnovato. Ieri quello Spazio interiore ed esteriore è stato sfidato, o meglio, la mia attitudine è stata sfidata, sulla cosa più dolce e personale che questo anno mi ha riportato: e mi sono sentita ferita, come non accadeva da tempo, colpita in qualcosa che amo quasi più di tutto il resto. Ho accusato il colpo, ha fatto male, tanto. Qualcuno ha curato le mie ferite, la dolcezza e l'abbraccio permangono nell'aria.

E adesso, qui, ora, è il momento di mettere un punto.

Guardare la mia vita e prendere atto che in questo anno si è profondamente e drasticamente trasformata, per un meglio che va ben al di là di ogni mia aspettativa. Prendere atto di questa realtà, concreta, grande, vera. Riconoscere che certi retaggi del passato non hanno più senso di essere, stavolta davvero. Vecchi dischi che risuonano stancamente, carta straccia di pensieri usurati, ologrammi di personaggi ormai svestiti di ogni ruolo e verità. Sto trattenendo scampoli di un passato - comportamenti, routine, dialoghi, rapporti - che non solo non è più attuale, ma non serve alla mia quotidianità e ancor più non voglio nemmeno più avere intorno a me.
Qualcosa mi trattiene dallo spalancare la finestra e scuotere via la polvere, ed è quel qualcosa che ora è bene assurga a elemento centrale della mia visione, per guardarlo, accoglierlo e lasciarlo andare. Come ripeto quotidianamente nella pratica, come ho fatto con molto altro in questo periodo. 
Ho un tesoro ricco e luminoso tra le mani, e mi lascio distrarre da pulviscoli ristagnanti, quando c'è solo da fare un passo per uscire nella luce.
Un passo che si chiama pratica.
Pratica: "l'insieme delle attività connesse all'esercizio o alla consuetudine, nell'ambito concreto del rendimento o del comportamento". Attraverso la pratica e le intenzioni che la pratica ci invita a formulare, c'è il modo di entrare in quel luogo stretto e buio dell'abitudine meccanica, per sciogliere dall'interno quei meccanismi che catturano i nostri pensieri e la nostra energia vitale e li incanalano su percorsi obbligati, ristagnanti e che non ci servono. 
E si può arrivare a essere grati a una giornata buia e difficile, perché ci ha aiutati a vedere meglio ancora sia la luce che abitiamo sia la polvere che ancora dobbiamo scrollarci di dosso. 
Si può essere felici per aver colto il messaggio profondo e per aver chiesto e ricevuto aiuto dalle nostre guide, da chi ha a cuore i temi che stiamo vivendo e il nostro benessere.
Si può sentirsi stimolati ad andare ancora più a fondo, si può sentirsi rinnovati nella propria ricerca della gioia e della pienezza.

Sat nam.



Immagine da Pinterest