venerdì 11 dicembre 2015

Rebirth of Light

A dieci giorni dal solstizio di inverno, il momento di scrivere questo post. Lo devo a me, lo devo a chi ho accanto, a chi si affida al mio insegnamento, a chi legge con passione questo blog. 
A dieci giorni dalla rinascita della luce, la fine di un ciclo... i momenti finali di un altro anno che se ne va... e il momento di rivolgersi con purezza e con candore al proprio cuore e di accogliere con grazia ciò che abbiamo saputo realizzare, di riconoscere il nostro impegno, la nostra presenza, di onorare ciò che abbiamo compiuto, di abbracciare ciò che è rimasto sospeso,  di amare la nostra imperfezione e il nostro coraggio di presentarci comunque ogni giorno sul nostro cammino... e camminare. Con fiducia, magari a tratti con timore, talvolta cauti e dispersi, talaltra trascinati dagli eventi. 
È il momento di entrare nella profondità di se stessi, nonostante il turbinio festivo tutt'intorno, e di dedicarsi quel tempo per entrare in contatto con il proprio Sé più elevato, più puro. Il momento di chiudere gentilmente porte che affacciano su paesaggi ormai aridi, per ascoltarsi nel silenzio, nel buio di una stanza al solo lume di una candela, lasciarsi avvolgere dalla profondità dello spazio infinito di cui siamo un frammento luminoso, e di sostare nella nostra luce, di riconoscerci, di amarci, di concederci il tempo per ascoltare ciò che il nostro cuore ha da dire, le strade che vuole percorrere, i luoghi che vuole visitare, le passioni che desidera coltivare, la voce che aspira ad esprimere.
Ed è il momento di lasciare andare. Di lasciare andare con grazia, con onestà e con coraggio, per potersi incamminare integri e autentici nello spazio che si dispiega davanti a noi e poterlo così guardare con occhi puri e aperti. Ed è il momento per me di lasciare andare qualcosa che per oltre un lustro è stato parte della mia vita, un punto che credevo saldo, un rapporto umano che credevo di fiducia e di profonda stima, che ha rappresentato molto, e molto ha generato, e che d'un tratto si è sovvertito in un incomprensibile, nebuloso vuoto. Qualcuno dice che forse in te c'è solo della gran confusione, altri invece che hai abdicato al potere delle tue scelte. Sia come sia, il mio potere di scegliere liberamente è certamente intatto, non delegabile, non negoziabile, perché è l'essenza della mia autenticità, del poter esprimere ciò che sono, nella mia  umana imperfezione, ma con il desiderio sempre di risiedere in un luogo il più possible vicino alla verità, di ciò che sono e di ciò che desidero comunicare, condividere, veicolare. Da quel luogo, da quel luogo di onestà verso me stessa, verso chi mi è accanto e chi a me affida il suo percorso, da quel luogo, da quel sé supremo che risiede in ciascuno di noi e che esprime la nostra voce più pura e autentica, mi sento chiamata ora a lasciare definitivamente andare, oltre ai passi già compiuti con determinazione e facilità, e a compiere quello più difficile, separarmi da un'immagine, da una presenza, che non so quanto fosse reale o una proiezione della mia mente. E ignara di quanto tutto sia stato solo un'illusione o un frammento di verità, accettare di non comprendere, di non sapere se l'ologramma proiettato nello spazio fosse un miraggio sospeso, il riflesso di qualcosa di reale, un esercizio di fantasia... chissà... Ce lo siamo chiesti in molti, qualcuno ancora se (e me) lo chiede. Ma io per prima, ora, ho l'onere di mettere a tacere quella domanda, di chiudere gentilmente quella porta, lasciando scivolare via gli ultimi residui di perplessità, accettandoli come espressione di quella quota di insondabilità che risiede nella nostra vita umana. E farlo perché è ora, perché in questi giorni di cammino verso la rinascita della luce abbiamo tutti l'opportunità di accogliere, di prenderci cura profonda di noi, di rinnovarci lasciando scivolare lontano ciò che è il momento di liberare. Ciò che serberemo nel nostro cuore, che si esprimerà ancora nelle nostre azioni sarà ciò che l'esperienza vissuta aveva in dono per noi, perché anche dalle illusioni, dai vicoli ciechi imboccati per caso e da quei giri di giostra della vita che a volte non ci è dato comprendere, il nostro sé più profondo sa estrarre e sublimare l'essenza, il valore, il significato e tradurli in opera.
E l'invito a rivolgerci a ciò che eleva la nostra anima, nutre il nostro sentire, ci consente di esserci per chi amiamo e di esserci in ciò che facciamo, pienamente, autenticamente.
Saranno giorni belli, di quella bellezza pura che scaturisce dall'entrare in contatto profondo con se stessi, giorni in cui allargare i confini, espandere gli orizzonti, incontrare ispirazione, condivisione, passione. Sarà un cammino intimo, ma condiviso, perché ciò che facciamo per nutritrici nutre chi vive accanto a noi, perché entrare in noi spalanca porte e finestre, inonda di luce, la luce della presenza e della consapevolezza, recessi abbandonati... intenzioni che attendono di essere formulate, progetti momentaneamente accantonati, ispirazioni nuove e intense.
E incamminarci, ognuno con il suo passo e il suo ritmo, verso la rinascita della luce con la fiducia nei nostri mezzi, nel nostro essere più vero e nei compagni di viaggio che ci affiancano. Perché non siamo soli, siamo in molti, su questo cammino, e che sia compiuto nel silenzio solitario o mano nella mano, è un cammino che ci rinnova a ogni passo.
E la spontaneità di esprimere o di mantenere riserbo sul proprio vissuto, su ciò che il nostro cuore lascia affiorare... onoriamo questa possibilità di condividere a parole o immagini oppure di non farlo. Io stessa, che tanto amo questo momento del ciclo dell'anno, non so se scriverò, tanto o poco, se esprimerò o serberò nel mio cuore, ma so che ci sarò, pienamente, per vivere con intenzione e consapevole presenza questi giorni verso il buio profondo che prelude allo sbocciare della luce.


Immagine da Pinterest