giovedì 8 novembre 2012

Un passo indietro


Confusione, chiasso, rumore, parole, opinioni, discussioni.
Può arrivare un momento in cui si prova fatica. In cui condensare tutto questo, estrarne il meglio, lasciarne il peggio sembra troppo. Si è sempre fatto, ma poi ci sono momenti in cui si sente la fatica. Di star dietro a stereotipi, prese di posizione, sussurrate o gridate, e di discutere o di accondiscendere. Optare per il silenzio è una scelta, anch'essa faticosa, spesso difficile da perseguire fino in fondo. Il silenzio, gran cosa. Non è paura del confronto, del sostenere un'opinione, può sembrarlo, ma non lo è.
Il silenzio crea spazio. Spazio per ascoltare innanzitutto. E per far sedimentare, lentamente. Per osservare, anche. Per prendersi tempo. O per prendere le distanze. Per leggersi dentro, per comprendere il proprio sentire. Per non reagire, ma per, eventualmente, poi rispondere. 
Il silenzio come dono e come opportunità. Un dono che facciamo a noi stessi e all'altro, consentendoci di avere entrambi spazio, per esprimere e per comprendere. Un'opportunità che ci permette di capire se vogliamo davvero dire qualcosa, o se preferiamo stare lì, un passo indietro, a osservare, percepire, ascoltare.