venerdì 11 marzo 2016

The void. The joy.







Aprire gli occhi.





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Un giorno nuovo.




*




Talmente nuovo da non assomigliare in nulla e per nulla a tutti quelli che lo hanno preceduto.





Lo stesso sole, lo stesso cielo, gli stessi ambienti, la stessa vita.





Ma totalmente nuovi.




*




Sono gli occhi a essere cambiati.




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Perché ciò che fino a ieri era 



un sogno dell'Anima :: molto, molto tempo prima

un rimpianto :: per lunghi anni

un desiderio :: nelle giornate più buie e senza uscita

un progetto :: timido, ma reale

un obiettivo :: nutrito della potenza dell'Io

un traguardo :: a pochi, tortuosi passi da me



oggi


è.




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È in me.

È me.

È.




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Un'esperienza vissuta, assorbita, completa, integrata.




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E sta ancora colando nel profondo, trovando il suo nucleo, irradiandosi in ogni cellula e in ogni atomo, in ogni sfera più sottile dell'Essere.




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*

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Completamento.





Pace.





Vuoto.





Gioia.





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La pienezza che schiude il vuoto. 





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Nuovi spazi - vasti, sconfinati -  si liberano.











Toglie un poco il fiato questo orizzonte libero, a perdita d'occhio.









Lo assorbi. E ti lasci assorbire.









Non c'è fretta. 









E il tempo rallenta. 









Si espande.









*







È la fine.







*







E come ogni fine che possa definirsi veramente tale



è solo un nuovo, incantevole inizio.





*