mercoledì 5 giugno 2013

Post dolce-amaro sulle relazioni

L'essere umano e le relazioni.
Le relazioni che ci plasmano, che ci fanno crescere, che ci fanno diventare ciò che siamo.
Sin dalla nascita, anzi ancora prima. La relazione con la madre, nel ventre materno: protezione, nutrimento, crescita, filtro degli stimoli esterni (luce e suoni che giungono attutiti nel sacco amniotico), primo ambiente in cui si dispiega la nostra vita.
La relazione con i genitori, i caregiver, che dalla nascita si occupano di noi, e ci nutrono, ci lavano, ci cullano. E il rispecchiamento (Winnicott), che studiosi e ricercatori di Infant reaserch individuano come uno dei "meccanismi" fondamentali con cui il bambino inizia a comprendere il mondo e soprattutto se stesso. Vedere e sentire le proprie emozioni e azioni rispecchiate dalla madre (o dal padre o da un caregiver) gli consente di acquisire un senso di agency, di iniziare a comprendere le emozioni, le esperienze, categorizzarle, dar loro una connotazione. E così comprendere anche il Sè. 
Così si cresce, e nella relazione noi umani impariamo il linguaggio, quello strumento grandioso che ci consente di comunicare e di conversare, poi, imparando a rispettare quelle regole conversazionali (qualità, quantità, pertinenza, modo) che rendono lo scambio verbale uno scambio proficuo e, si auspica, autentico. E poi le relazioni tra i pari, gli amici e i coetanei in genere, quelle con i primi insegnanti, le prime relazioni amorose, fino alla relazione di coppia, stabile, un'ulteriore dimensione fondamentale. Le relazioni terapeutiche e quelle con i Maestri, anche.
Noi umani e le relazioni, quindi. Fondamentale strumento di sopravvivenza e crescita, e spesso però anche principale causa di tensione, sconforto, rabbia, conflitto.
Impensabile indagare qui le cause di questa ambivalenza, ma inevitabile considerare che questa ambivalenza è la stessa che connota ogni cosa. Uno sguardo al simbolo del Tao, nel bianco il nero, nel nero il bianco. E tutto è Uno.
Accettare quindi questa duplice natura delle relazioni, riconoscerla come Una, e da qui, di nuovo cogliere nell'equilibrio dinamico la qualità fondamentale per navigare sulle acque relazionali, con serenità, presenza, consapevolezza e fiducia. Restare mindful, presenti e consapevoli nel qui e ora, e osservare il dispiegarsi delle relazioni per quello che è, fluttuazione continua, movimento, a volte brusco, a volte improvviso, a volte inspiegabile. Stare con tutto questo, senza sentirsi persi. Perché il nostro Sè nelle relazioni è cresciuto e si è plasmato... e il nostro Sé è anch'esso figlio della molteplicità, unità indivisibile e nel contempo variegata e multidimensionale. Così surfiamo le onde delle esperienze e delle relazioni restando in contatto con tutte le nostre infinite risorse, accettando di buon grado le nostre reazioni e i nostri sentimenti, che di fronte all'imprevista piega che gli avvenimenti e i nostri rapporti umani possono prendere, posso assumere tante sfumature. Anche quella, sorprendentemente, di una lieve, dolce-amara ironia.




Dedicato a un'Amica.