domenica 20 settembre 2015

Incamminandoci verso l'equinozio d'autunno

L'aria inizia a rinfrescarsi. Il verde del fogliame è meno brillante. I colori della natura assumono nuove sfumature. La luce si fa meno intensa, più tenue, morbida.
L'autunno è alle porte, e il 23 settembre l'equinozio segnerà l'inizio del viaggio del nostro emisfero verso la predominanza delle ore di buio rispetto a quelle di luce. Il sole, la nostra sorgente di vita, di luce, di calore detta il ritmo naturale del nostro pianeta, un ritmo a cui anche noi esseri umani ci siamo per millenni accordati, muovendoci all'unisono con il nostro pianeta e con tutte le creature che lo animano, in quella danza ciclica che gli astri, sole e luna in primis, orchestrano per noi.
L'equinozio d'autunno non è quindi un evento meramente astronomico, ma racchiude in sé un valore simbolico e profondamente adattivo per la nostra vita quotidiana.
I ritmi del pianeta cambiano, il complesso mondo naturale attorno a noi si trasforma, e noi con esso. E anche se ne abbiamo perso la consapevolezza, soprattutto noi cittadini, e talvolta un po' pretenziosamente ne sminuiamo con i nostri comportamenti e le nostre abitudini la rilevanza, il ciclo naturale del pianeta ci comprende e ci riguarda intimamente. I nostri nonni, e ancora oggi le comunità rurali, ne sono sempre stati rispettosamente consapevoli, e quel valore insito dell'accordarsi armoniosamente con il nostro ambiente, se fatto proprio, può realmente apportare benefici profondi al nostro benessere psico-fisico.
Con l'equinozio di autunno inizia la stagione degli ultimi raccolti, la natura a offrirci la pienezza dei suoi frutti accesi di rosso e di arancione, prima di iniziare quel ciclo dell'abbandono, del lasciare andare e del ritrarsi nel fertile buio invernale, per prepararsi a generare nuova vita.
E anche noi siamo invitati in questo periodo a raccogliere i frutti del nostro lavoro, a capitalizzare il nostro raccolto e a incamerare, come previdenti scoiattoli, provviste di energia per incamminarci verso l'inverno. E come gli alberi si spogliano delle loro foglie, anche noi siamo invitati a lasciare andare, a prepararci a lasciar scivolare via quanto ha ormai dato tutti i suoi frutti, quanto non ci serve più, quanto ancora non ci appartiene più. Un lasciare andare totale, uno spogliarsi di tossine e di orpelli, per preparacsi a entrare in quella stagione di buio che ci invita a raccoglierci in noi stessi, ad ascoltarci, a incontrare il nostro sé più profondo per poter poi germogliare ancora.
Le nostre pratiche di questo periodo saranno volte proprio a questo: a prepararci a vivere questo momento di transizione dalla massima luce dell'estate al massimo buio dell'inverno, a calarci nei ritmi autunnali, a seguirne e nel contempo bilanciarne le forze di dissolvenza e di secchezza che caratterizzano anche climaticamente questo periodo dell'anno, a capitalizzare e fare nostri quella luce e quel calore che abbiamo assorbito con ogni poro della nostra pelle durante l'estate, per nutrirli al centro del nostro cuore e lasciarci così fluire armoniosamente con l'evolversi di questa stagione in equilibrio tra le forze ancestrali di vita e dissolvenza.


Autumn Effect at Argenteuil - Claude Monet (1873)