lunedì 8 aprile 2013

Il difficile equilibrio nella densità

Questa volta non è l'aria a essere divenuta densa. Sono io. 
Io, che vivo un periodo di salute ballerina. 
Io, che, come molti ora, avrei bisogno del sole e del tepore di una primavera che mi manca un po'. 
Io, che ho dovuto prendere in mano, in corsa e all'ultimo minuto, quasi a ridosso della "deadline", un progetto che doveva essere un regalo di altri per me, e farmelo, questo regalo per me, crearlo dal nulla, in pochi giorni, con quella determinazione e quello spirito organizzativo e multitasking che mi riportano alla mia quotidianità di qualche anno fa. 
Io, che non ho voglia di recriminare, perché quel che conta in certi casi è il risultato. E il risultato ci sarà. E credo sarà quello che desideravo. 
Io, che in questo programmare, incastrare, trattare, telefonare, scrivere, googelare, scegliere, decidere, rifiutare, mi sono trovata a non avere tempo per altro. 
Io, che avrei dovuto stare tranquilla e riposare per guarire, e invece ho lavorato a tempo pieno. 
Io, che durante tutto questo, sono divenuta (o ritornata) densa. Di quella densità che quando finalmente dopo due settimane torni sul tappetino, ogni movimento sembra pesare, sempra essere la zampata di un elefante sulla terra polverosa. 
Io, che di fronte a questa densità mi sono sentita pesante, frustrata, un po' scoraggiata. 
Io, che torno ogni giorno sul tappetino, perché è lì che quella densità potrà di nuovo essere resa meno fitta, più eterea, e dove la fluidità e la leggerezza potranno tornare. E torneranno.
Io, che sono grata alla pratica che lentamente sta buttando fuori da me tutto quel peso, sta allargando nuovamente la mia visione, alleggerendo il cuore, il corpo, la mente, restituendomi quella qualità di dolce fluttuare sulle cose, amandole, assaporandole, vivendole per quello che sono. 
Io, che mi godrò il risultato del progetto, il mio regalo per me, e riderò, lo sento, perché l'amore riversatoci colmerà il mio cuore. 
Io, che in tutto questo vortice confuso, vedo i cuori veri, le persone belle e vere, che ho intorno e che ora, adesso, con le loro azioni e con le loro parole mi dimostrano di essere con me, in questo momento, di capirne l'importanza, di sostenermi, di volermi bene. C'è chi mi sorride da lontano sapendo che sono in trepidante attesa e sono felice; chi da vicino mi dimostra un coinvolgimento così reale, così sentito, che mi fa sentire davvero aiutata, e, soprattutto, che fattivamente mi aiuta in ogni piccolo dettaglio; chi non ha proprio modo, ma col suo cuore è con me sempre; chi ha capito; chi c'è.
La densità a volte torna. A volte, nella vita quotidiana, non si può fare a meno di dover rientrare pesantemente nel proprio Io, se si vuole perseguire un risultato, un progetto. Forse si può fare diversamente, certo, ma nella fretta, nella scarsità di tempo e nella fitta trama di impegni, non sempre si riesce a rimanere fluidi, distaccati, malleabili. E allora subentra densità. Ma ciò che conta, come sempre, è osservare, osservarsi, percepirsi, e appena si può tornare sul tappetino, sintonizzarsi col proprio corpo, con la propria mente, con tutto intorno a sé, coglierne le qualità, e praticare, praticare, praticare. Con fiducia. Ché se anche l'equilibrio nella densità si è fatto precario, la pratica ci riporterà al nostro essere fluidi, adattabili, leggeri.
Namasté.